Blasfemia

Stavo tornando dal mio solito giro di stalking quando, dalla TV perennemente accesa in cucina su qualche trasmissione perbenista, sento il TG che parte in edizione straordinaria sproloquiando su quanto casino stiano combinando i fondamentalisti islamici per un film su Maometto considerato blasfemo. Ovviamente la cosa accende subito la mia curiosità, e non solo. (Cicileu!)

Sui soliti blog beninformati e grammaticalmente ineccepibili leggo che “la trama del film, divulgata grazie al celebre pastore brucia-corano Terry Jones, gira attorno a Maometto e altre figure dell’Islam che sono ritratte come omosessuali e pedofili“, e “Innocenza dei Musulmani è stato prodotto e diretto da un imprenditore edile israelo-americano, promosso da Terry Jones , il pastore della Florida reso celebre per aver bruciato il Corano“. Infine, “il film è costato 5 milioni di dollari, di cui la maggior parte donati da un centinaio di ebrei di cui Bacile (l’autore della “sceneggiatura”, ndR) non vuole rivelare le identità (e grazie al cazzo, ndR)“.

Ok, ok, ok… forse stavolta qualcuno “ha pisciato dappertutto, tranne che in quel cazzo di bicchiere” (cit.).

Un celebre aforisma dice più o meno che “per misurare il livello di civiltà di un popolo, basta guardare alla condizione della donna in quel popolo“; Gerardino Sperandio, un celebre eretico vissuto nel periodo dell’Inquisizione e poi trasformatosi misteriosamente in cenere, affermava che “per misurare l’avanzamento culturale di un popolo, basta misurarne il livello di blasfemia massimo possibile senza essere misteriosamente trasformati in cenere“. Facendo 2+2, nulla mi vieta di affermare che una società di donne blasfeme è, al momento, utopicamente auspicabile. (Per questo amo la sociologia, puoi dire il cazzo che ti pare e le tue tesi passano per scientificamente valide fino a prova contraria, cioè fin quando la stessa società su cui sproloqui sarà riuscita a trasformarsi e/o tu verrai trasformato misteriosamente in cenere).

Ripenso quindi a quanto la blasfemia possa favorire una visione critica e parodistica di ciò che da sempre è considerato l’“oppio dei popoli“, fenomeno spesso rappresentato con una sola persona che parla ad orde di invasati mistici che attendono un segno di qualche entità sovrannaturale: se pensavate mi stessi riferendo ad una puntata di “Affari tuoi“, potete smettere di leggere qui.

Mi riferisco ovviamente, alla religione. O al “Lotto alle otto“.

Provate quindi a pensare a tutte quelle volte che, guardando una puntata dei Griffin o un video di Marylin Manson particolarmente riuscito, avete riso di gusto come il sottoscritto e provate a pensare a cosa fosse successo se in ognuna di queste occasioni orde di invasati mistici che attendono un segno di qualche entità sovrannaturale si fossero messi a fare rivolte, spaccarvi la macchina, pisciarvi sull’uscio di casa e mettere a ferro e fuoco le ambasciate abbandonando la simpatica processione di paese che stavate distrattamente seguendo dal vostro balcone mentre in panciolle e a braghe calate sfogliavate l’ultimo numero di Famiglia Cristiana, ben nascosto dentro Penthouse.

Io invece non riesco a togliermi dalla testa il fatto che se la scena che vi ho raccontato fosse stata usata come trama per “The Horde“, forse, adesso mi starei crogiolando col mio Oscar alla sceneggiatura invece che scrivere questo ennesimo, inutile, articolo mentre guardo agitato lo scoccare dell’orologio che mi ricorda come, fra pochissimo, la mia fottuta pausa pranzo sarà finita.

1 Responses to Blasfemia

  1. […] e filo-integraliste-klingon nei miei confronti dopo il mio irriverente post “Blasfemia”, anche se sono passati solo 2 anni (ma visto il tempo medio che gli integralisti ci mettono a capire […]

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